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L'ossidiana è una roccia vulcanica, prodotto dell'effusione di lave dalla composizione riolitica, cioè particolarmente ricche in silice e in alcali. Specifiche condizioni di raffreddamento rapido della lava sulla superficie terrestre, in ambiente subaereo o acquatico, sono all'origine dell'omogeneità strutturale e della vetrosità dell'ossidiana.
Il suo colore, tendenzialmente scuro, è più comunemente nero brillante o grigio ma può variare anche nelle tonalità del verde, blu o rosso. La tessitura del colore è omogenea o articolata con transizioni nette, a bande e chiazze, ovvero sfumate e irregolari. Il grado di vetrosità è differente, in funzione della composizione degli elementi chimici e delle condizioni fisiche di formazione. Si hanno pertanto tipi di ossidiana opachi o che presentano superfici dall'aspetto resinoso, mentre altri, più brillanti, si presentano traslucidi o del tutto trasparenti.
L'età geologica delle ossidiane non è mai molto antica in quanto il vetro vulcanico è una sostanza instabile alla temperatura ed alla pressione ambiente ed è particolarmente soggetta all'azione destrutturante degli agenti atmosferici. Per tale motivo non è facile reperire ossidiane che abbiano un'età superiore ad alcuni milioni di anni.
L'omogeneità nella struttura propria delle materie vetrose fanno dell'ossidiana una roccia la cui frattura possa essere in certa misura prevista e controllata. I margini delle sue schegge, inoltre, offrono una notevole capacità e precisione di taglio, associate ad una discreta resistenza. È così che l'ossidiana fu ricercata dall'uomo preistorico fin da tempi assai remoti per la produzione di strumenti. Si può ritenere tuttavia che anche ragioni non pratiche, di natura simbolico-estetica, abbiano attratto in passato come nel presente l'attenzione e l'interesse dell'uomo per l'ossidiana.